La Ciaccona e scarpe da tennis
L'energia della Keersmaeker riempie il Carignano
A TorinoDanza ospite una stella della danza contemporanea internazionale.
In coppia con Boris Charmatz, Anne Teresa De Keersmaeker ci regala la sua personale idea della Ciaccona di Bach. Con la musica dal vivo, e in totale oscurità, di George Alexander van Dam, il 12 ottobre il Carignano si spegne.
Allieva di Béjart alla Mudra, fondata nel 1970 a Bruxelles, la fiamminga De Keersmaeker, artista oggi residente con la propria compagnia Rosas al Teatro La Monnaie di Bruxelles - dal 1995 direttrice del P.A.R.T.S. (Performing Arts Research & Training Studios) per la diffusione e la trasmissione del patrimonio Rosas alle giovani generazioni -, esordisce nei primi anni Ottanta. Come non ricordare la coreografia che l'ha consacrata al successo nel 1983, Rosas danst Rosas, in cui le ripetizioni ossessive di giri, salti e cadute - spesso tonfi rumorosi a terra - davano vita ad una danza energica e vitale che trova eco nelle gonne corte e nell'uso di scarpe da tennis, ormai un marchio della compagnia. Erano gli anni 80, anni importanti per la danza contemporanea e in cui molti erano gli spunti e le correnti. Intelligentemente lei cerca di coniugare le più importanti, ovvero il formalismo minimalista della Post Modern Dance americana, con l'introspezione esistenziale del Tanztheater tedesco, mixati insieme con un'idea di danza più fisica, ginnica, tratto distintivo della danza belga, riconoscibile anche nel connazionale Wim Vandekeybus.
Capolavoro ancora in repertorio, ospitato a Torinodanza 2010, porta la coreografa belga a coordinare il Focus Al femminile di Torinodanza nel 2011 con Bartók/Mikrokosmos e Cesena. Nel 2013 torna ospite e presenta un lavoro nato in concerto con danzatore e coreografo francese Boris Charmatz considerato uno dei leader della new wave francese. Entrambi condividono l'aspirazione alla precisione della struttura coreografica ma anche il desiderio di libertà di improvvisazione, sposando un'idea di danza che si intreccia alla musica, priva di un timore reverenziale per la maestria di Bach. Nato nel 2010 ad Avignone dopo una sessione di improvvisazione spontanea nel Chiostro dei Célestins, i due decidono che l'istinto deve essere vagliato dalla ragione e nasce così Partita 2.
Debuttato al Kustenfestivaldesarts di Bruxelles lo scorso 3 maggio, per l'unica data italiana desta tantissime aspettative. Uno spettacolo tripartito in cui alla musica è data importanza primaria, chiara nella prima fase della pièce, in cui, per la prima volta, le luci di un teatro si spengono totalmente regalando al suo pubblico la realizzazione di un desiderio: ascoltare Bach (l'ultimo movimento della partita n. 2) al buio, suonato dal vivo in un contesto dall'ottima acustica. Meraviglioso.
Accese le luci, la musica tace e parte la danza. Energica, vitale, ludica, fintamente improvvisata. Lei è lì, ancora con gli scarponcini e la gonna svolazzante, a correre e tagliare lo spazio insieme al compagno francese. Tutti gli elementi di una danza ormai codificata e storicizzata sui manuali sono lì, davanti agli occhi degli appassionati e non, e insieme compongono una perfetta documentazione della danza della Keersmaeker, ma purtroppo non una coreografia che entusiasma. Certo vedere una maestra predispone l'animo ad una certa umiltà ma forse è proprio caricare i grandi di troppe aspettative che provoca, poi, delle lievi delusioni.
In coppia con Boris Charmatz, Anne Teresa De Keersmaeker ci regala la sua personale idea della Ciaccona di Bach. Con la musica dal vivo, e in totale oscurità, di George Alexander van Dam, il 12 ottobre il Carignano si spegne.
Allieva di Béjart alla Mudra, fondata nel 1970 a Bruxelles, la fiamminga De Keersmaeker, artista oggi residente con la propria compagnia Rosas al Teatro La Monnaie di Bruxelles - dal 1995 direttrice del P.A.R.T.S. (Performing Arts Research & Training Studios) per la diffusione e la trasmissione del patrimonio Rosas alle giovani generazioni -, esordisce nei primi anni Ottanta. Come non ricordare la coreografia che l'ha consacrata al successo nel 1983, Rosas danst Rosas, in cui le ripetizioni ossessive di giri, salti e cadute - spesso tonfi rumorosi a terra - davano vita ad una danza energica e vitale che trova eco nelle gonne corte e nell'uso di scarpe da tennis, ormai un marchio della compagnia. Erano gli anni 80, anni importanti per la danza contemporanea e in cui molti erano gli spunti e le correnti. Intelligentemente lei cerca di coniugare le più importanti, ovvero il formalismo minimalista della Post Modern Dance americana, con l'introspezione esistenziale del Tanztheater tedesco, mixati insieme con un'idea di danza più fisica, ginnica, tratto distintivo della danza belga, riconoscibile anche nel connazionale Wim Vandekeybus.
Capolavoro ancora in repertorio, ospitato a Torinodanza 2010, porta la coreografa belga a coordinare il Focus Al femminile di Torinodanza nel 2011 con Bartók/Mikrokosmos e Cesena. Nel 2013 torna ospite e presenta un lavoro nato in concerto con danzatore e coreografo francese Boris Charmatz considerato uno dei leader della new wave francese. Entrambi condividono l'aspirazione alla precisione della struttura coreografica ma anche il desiderio di libertà di improvvisazione, sposando un'idea di danza che si intreccia alla musica, priva di un timore reverenziale per la maestria di Bach. Nato nel 2010 ad Avignone dopo una sessione di improvvisazione spontanea nel Chiostro dei Célestins, i due decidono che l'istinto deve essere vagliato dalla ragione e nasce così Partita 2.
Debuttato al Kustenfestivaldesarts di Bruxelles lo scorso 3 maggio, per l'unica data italiana desta tantissime aspettative. Uno spettacolo tripartito in cui alla musica è data importanza primaria, chiara nella prima fase della pièce, in cui, per la prima volta, le luci di un teatro si spengono totalmente regalando al suo pubblico la realizzazione di un desiderio: ascoltare Bach (l'ultimo movimento della partita n. 2) al buio, suonato dal vivo in un contesto dall'ottima acustica. Meraviglioso.
Accese le luci, la musica tace e parte la danza. Energica, vitale, ludica, fintamente improvvisata. Lei è lì, ancora con gli scarponcini e la gonna svolazzante, a correre e tagliare lo spazio insieme al compagno francese. Tutti gli elementi di una danza ormai codificata e storicizzata sui manuali sono lì, davanti agli occhi degli appassionati e non, e insieme compongono una perfetta documentazione della danza della Keersmaeker, ma purtroppo non una coreografia che entusiasma. Certo vedere una maestra predispone l'animo ad una certa umiltà ma forse è proprio caricare i grandi di troppe aspettative che provoca, poi, delle lievi delusioni.
Gb
TORINODANZA FESTIVAL
PARTITA 2 - Sei solo
Anne Teresa De Keersmaeker
danza Boris Charmatz, Anne Teresa De Keersmaeker
musica Partita No. 2, Johann Sebastian Bach
violino George Alexander van Dam
www.rosas.be
www.torinodanzafestival.it
PARTITA 2 - Sei solo
Anne Teresa De Keersmaeker
danza Boris Charmatz, Anne Teresa De Keersmaeker
musica Partita No. 2, Johann Sebastian Bach
violino George Alexander van Dam
www.rosas.be
www.torinodanzafestival.it